Istituto Marangoni Milano

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Istituto Marangoni nasce nel 1935 a Milano come Istituto Artistico dell’Abbigliamento Marangoni. Oltre 85 anni di successi nella formazione dei migliori professionisti nel mondo della moda, dell’arte e del design. Con un bilancio formativo di quattro generazioni di studenti provenienti dai 5 continenti, è stato il trampolino di lancio per oltre 45.000 professionisti del lusso, tra i quali citiamo Domenico Dolce, Alessandro Sartori, Paula Cademartori, Gilda Ambrosio, Julie de Libran e Nicola Brognano. Secondo una recente ricerca Doxa, il Gruppo registra un importante  tasso di employability del 91%, a ulteriore testimonianza della qualità dei suoi percorsi formativi e della preparazione dei suoi laureati.

Istituto Marangoni conta oggi circa 5,000 studenti l’anno, provenienti da 108 differenti nazioni, nelle scuole di Milano (School of Fashion e School of Design), Firenze (School of Fashion & Art), Parigi, Londra, Mumbai, Shanghai, Dubai,  Miami* e Shenzhen* , le capitali internazionali della moda, dell’arte e del design. Istituto Marangoni si è classificato tra le 100 migliori università al mondo nelle sue discipline  secondo QS World University Ranking 2024.

* scuole in licenza

Ogni collezione presentata da Istituto Marangoni Milano nasce da un lavoro attento e creativo. Grazie a metodologie all’avanguardia, in linea con i processi dei grandi brand, i nostri studenti sviluppano progetti originali e innovativi.

Per i giovani designer, sfilare è un’esperienza emozionante, che permette di esprimere la propria creatività e dimostrare le competenze acquisite durante il loro percorso di studi.

Nel video compaiono: Spring Rathbone, del Master in Fragrances & Cosmetics Marketing and Communication, come social reporter, e gli studenti di Fashion Design Gaetano Liu, Giada Rubini Grandi e Thomas Jurczyk.

Collezioni

Undici talentuosi studenti di Istituto Marangoni Milano svelano a Fashion Graduate Italia 2024 le loro collezioni, ognuna manifestazione di una visione creativa inconfondibile e autentica.

Attraverso il linguaggio della moda, questi giovani talenti si confrontano con temi profondi e universali come memoria, identità e la fluidità di genere, esplorando il confine tra l’intimo e il collettivo.

Le loro creazioni sono il risultato di un percorso personale, dove il vissuto si fonde con un’indagine artistica capace di attraversare epoche e culture, intrecciando influenze passate, presenti e future. Ciascuna collezione si trasforma in un racconto visivo, in grado di catturare e riflettere le tensioni contemporanee e le ricche tradizioni culturali che caratterizzano la nostra società in continua evoluzione. Gli studenti fondono le influenze artistiche con riferimenti architettonici, creando un dialogo tra materiali e forme, tessuti e volumi, che sfidano le convenzioni e aprono nuove strade alla sperimentazione.

Rosa Auletta trae ispirazione dai ricordi dei suoi nonni. La sua collezione “Rosetta qui fa freddo” esplora emozioni profonde attraverso dettagli militari, tessuti scelti con cura e silhouette imbottite, incarnando una donna che sente il “freddo” sia fisicamente che emotivamente.

Eleonora Bellea si ispira al surrealismo di Dalí per la sua collezione “Folie à Deux”. I simboli ricorrenti dell’artista, come l’orologio molle e l’occhio del tempo, influenzano le forme, i volumi e le distorsioni presenti nei capi.

Angelo Francesco De Simone esplora il mondo del circo nella sua collezione “Indomabile Brigitte”, un inno all’inclusione e alla diversità, dove il trucco e le performance sfidano le convenzioni di genere.

Thomas Jurczyk con “Heimat to Be” combina la sua eredità culturale con la fluidità di genere, esplorando il concetto di identità attraverso un dialogo tra passato e futuro, tradizione e diversità.

Gaetano Liu nella sua collezione “SUGNU” fonde la tradizione siciliana e cinese, reinterpretando gli abiti tradizionali maschili in un’ottica di inclusività e rottura degli stereotipi di genere.

Michele Mazza si ispira agli scatti di Yasuhiro Ishimoto e alle fotografie di Larry Clark nella collezione “FIGLIO”, che riflette l’innocenza e la crescita precoce di un bambino che si affaccia al mondo adulto.

Tomas Parodi con “SHO” esplora l’identità argentina attraverso un mix di workwear gaucho e street style anni 2010, celebrando le radici e il viaggio personale di scoperta di sé.

Chiara Sara Sburlati Pedrazzini si ispira al romanzo di Romina Casagrande e all’arte di Egon Schiele per la sua collezione “Frau Neuzil”, con silhouette squadrate e dettagli floreali che evocano la Vienna degli anni ’20.

Giada Rubini Grandi presenta “Ciao, Bambina”, una collezione che riflette il passaggio dall’infanzia all’età adulta, attraverso un uso sapiente di tessuti e forme che si evolvono.

Chufan Wei si ispira all’architettura fluida nella sua collezione “The Flowing Land”, esplorando come gli spazi urbani influenzano la vita e le emozioni, con capi che trasmettono dinamismo ed energia.

Cesare Garbin presenta “GAZZE LADRE”, una collezione ispirata al film Il maestro di Vigevano (1963) di Elio Petri. Attraverso silhouette innovative che fondono mocassini e abbigliamento, Garbin esplora il sogno di prosperità e la paura del fallimento.

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